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Di me non sai: la metamorfosi editoriale di un esordio

libro accento edizione

di Mattia Macrì, allievo del master “Il lavoro editoriale”


Pensate al vostro libro preferito. Alla sua copertina, alla trama, alla struttura narrativa. Tutto sembra combaciare perfettamente, come se non potesse esistere un’altra forma possibile per raccontare quella determinata storia. Eppure, non è sempre stato così. Questo libro qualunque esso sia – si è dapprima delineato nella mente dell’autore, con una forma potenziale e indefinita, per poi raggiungere il vostro comodino come sommatoria di un processo collettivo di metamorfosi editoriale, chiamato editing.

Per un autore esordiente, questo percorso coincide spesso con la prima vera esposizione: l’ingresso in un sistema organizzato, il confronto con professionalità esterne, il necessario atto di fiducia nel lasciare che altre persone leggano e intervengano sul proprio manoscritto. Ne abbiamo parlato con Raffaele Cataldo – classe 1991 – che, nel 2024, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio Di me non sai con Accento Edizioni. Laureato in Lingue e Letterature Moderne a Bari e formatosi alla Scuola Holden di Torino, dove vive, l’autore ci racconta della lunga gestazione che ha visto il suo testo trasformarsi e rivestirsi più volte, fino al raggiungimento della sua forma definitiva.


Hai raccontato che il romanzo ha richiesto un lungo processo, durato anni. Com’è stata l’esperienza di lasciare che altre persone intervenissero sul tuo testo?

Proprio perché ci sono voluti sette anni, l’editing ha avuto un ruolo fondamentale per arrivare alla versione di oggi. In realtà, l’esperienza con Eleonora Daniel – con cui ho lavorato per la pubblicazione con Accento – è stata il momento più semplice e indolore. Il manoscritto le è arrivato dopo molte revisioni, perché la prima vera editor è stata Elena Varvello, mia insegnante e tutor alla Scuola Holden. Grazie a lei ho imparato tutti quegli aspetti dolorosi che riguardano l’editing, come il non affezionarsi troppo alle scene e non dimenticarsi del pubblico. Perché, specialmente quando si scrive il primo romanzo, il pubblico è un elemento ancora troppo astratto.

Forse il problema maggiore dell’editing è che mi è entrato troppo in testa e sono diventato ancora più severo nei miei confronti, per cui adesso che sono al secondo romanzo mi trovo nella situazione in cui è più quello che taglio di quello che lascio. È un processo che ha senso soprattutto per il lavoro di sottrazione: non dimenticherò mai l’estate in cui Elena mi ha detto di prendere questo romanzo, togliere i personaggi che non servivano, ridimensionarli e tirare fuori Davide, Lucio e Lorenzo per farli diventare dei personaggi biblici, dare loro la statura che meritavano.

Sei stato pubblicato da Accento Edizioni, che è una casa editrice giovane, focalizzata sugli emergenti italiani. Come ci sei arrivato e, con la consapevolezza di oggi, come è cambiato il tuo approccio al mondo editoriale?

Il rapporto con Accento è stato semplice e fortunatissimo, arrivato dopo una lunga attesa. Avevo proposto la prima versione, quella lunga e intricata, a due case editrici ed era stata rifiutata. Poi, c’è stata la pandemia e si è tutto un po’ fermato. Nel momento in cui stavo cercando in maniera più attiva un agente, ho saputo che era nata questa nuova casa editrice. Conoscevo bene il lavoro di Matteo B. Bianchi e – sapendo della sua sensibilità per le voci emergenti – ho mandato una mail nella maniera più classica. Dopo due settimane, ho ricevuto una sua risposta in cui mi diceva che mi stavano leggendo. Ho cercato più o meno di dimenticarmene, fino al 2 gennaio del 2023, quando ricevo i migliori auguri di Capodanno da Matteo, che mi telefona dicendomi che avrebbero pubblicato Di Me Non Sai.

Rispetto a come è cambiato il mio rapporto con il mondo editoriale oggi, non ho rinunciato a quella mia idea iniziale di cercare un agente e adesso sono rappresentato da The Italian Literary Agency. Sicuramente, così come la casa editrice, anche quello con l’agente è un rapporto di interesse – non nascondiamo il fatto che si tratta di un rapporto professionale – ma anche di fiducia a livello personale. Sapere che c’è qualcuno che può guidarti nel dare forma alla tua carriera, alla tua voce, è una grande rassicurazione. Specialmente in un contesto come quello italiano, in cui gli autori e le autrici vengono lasciati sostanzialmente soli.

Accento ha un’identità grafica molto caratteristica, soprattutto in merito alle copertine. Come ci si sente a vedere la propria storia vestita da qualcun altro?

Io penso che tutti noi che scriviamo nel momento in cui finiamo, ma anche durante la scrittura stessa, ci facciamo un’idea della copertina. Personalmente, raccoglievo molte immagini anche per darmi coraggio e credere nel fatto che potesse un giorno essere pubblicato. Quando è arrivato Accento ero tranquillo rispetto alle mie aspettative perché ha un’estetica riconoscibile, pop, fresca. Mi hanno proposto questa fotografia di Francesco Armando e non ho avuto la benché minima obiezione, perché penso sia un’immagine bellissima. È una copertina in grado di commentare la storia, senza esserne una traduzione: il volto nascosto riprende il tema del sapere e non sapere; e la figura ritratta ricorda un angelo caduto, con qualcosa di classico ed estremamente erotico. È una proiezione di quello che Davide diventa per gli altri personaggi e – in un libro in cui si parla della violenza che è insita nel rivestire qualcun altro di aspettative – penso che sia una scelta molto azzeccata.


La testimonianza di Raffaele Cataldo ci aiuta a mettere in prospettiva il lavoro editoriale, che si svolge “dietro le quinte” e non si esaurisce nell’atto romantico della scrittura. L’editing è anche una pratica di ascolto, di fiducia e di perdita: un lutto costante, un processo di sottrazione e consapevolezza, necessario per raggiungere l’equilibrio perfetto. Pubblicare oggi significa costruirsi una rete di sostegno, imparare a leggere la propria voce attraverso gli occhi degli altri. E scoprire, magari, che raccontare è ancora un gesto profondamente collettivo.

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