di Irene Piccolo (allieva del master “Il lavoro editoriale), in conversazione con Gino Iacobelli
Arcobaleni di copertine hanno riempito le librerie Feltrinelli a partire dall’inizio di quest’anno: interi tavoli sono stati ricoperti di bellissimi volumi disposti in ordine cromatico. Queste colorate esposizioni in bella vista raccolgono venticinque titoli emblematici scelti per celebrare i settant’anni di Feltrinelli Editore. La grafica di queste copertine è nuova per molti ma non per la casa editrice, che ripropone infatti l’aspetto della collana Universale Economica degli albori.

Un po’ di storia: l’Universale Economica, che oggi colleghiamo direttamente all’editore Feltrinelli, nasce nel 1949 dalla Colip (Cooperativa del Libro Popolare), come iniziativa editoriale del PCI. L’obiettivo era quello di permettere agli italiani, da poco usciti dalla guerra, di accedere alla lettura di libri fondamentali a prezzi economici. Questo progetto era diviso in cinque sottocollane, a ognuna delle quali corrispondeva un colore: in giallo la Letteratura, in rosso Storia e Filosofia, in viola il Teatro, in verde Le grandi avventure, in blu quella Scientifica. La collana ha contato 199 pubblicazioni (tra le quali, ad esempio, Robinson Crusoe di William Defoe, Pagine politiche di Mameli, Le poesie di Catullo, e molte altre) fino a quando Giangiacomo Feltrinelli l’ha acquistata nel 1954 e resa caposaldo della propria casa editrice. L’importazione della collana del canguro (così chiamata perché su ogni copertina c’è una caricatura dell’animale intento a mettere dei libri nel proprio marsupio) rispecchia perfettamente l’impronta ideologica e politica dell’editore Feltrinelli, il quale, nonostante appartenesse a una famiglia ricca e con attività imprenditoriali considerevoli, sosteneva apertamente l’ideale comunista e la sua componente militante.
Ecco che oggi questa collana si reincarna in una nuova edizione e torna nelle librerie per celebrare un importante compleanno. I titoli scelti per simboleggiare il percorso della casa editrice sono tra i più apprezzati e spaziano da Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh, ad Abel di Alessandro Baricco, Una donna di Sibilla Aleramo, Apeirogon di Colum McCann. La selezione è estesa e diversificata, e i colori delle copertine sono venticinque bellissime sfumature che, l’una accanto all’altra, creano una gradazione molto piacevole all’occhio. E se è vero che la grafica e il design delle copertine sono legati al proprio contesto socioculturale e si prefiggono il compito di comunicare con i lettori, mi sono chiesta che cosa ci possa dire di nuovo questa collana. Le riflessioni sulla veste grafica che seguono sono frutto di una conversazione con Gino Iacobelli, docente di Grafica editoriale alla Rufa e alla Scuola del libro, e editore e grafico di grande esperienza (iacobellieditore).

Siamo partiti dalla domanda: Che significato hanno queste copertine per un lettore di oggi?
Quelle dell’Universale Economica dei 70 anni di Feltrinelli sono copertine molto attuali, la loro è una bellezza semplice e sintetica, afferma Iacobelli. Un tipo di grafica che viene riproposta spesso, mi viene in mente il restyling che nel 2017 Riccardo Falcinelli fece con le copertine della casa editrice Elèuthera, dove scelse un colore di base interrotto da rettangoli bianchi a custodire autore, titolo e casa editrice (il motto di questa operazione era «Una nuova forma per liberi contenuti», da cui emerge la forte appartenenza al pensiero libertario, e quindi, come per Feltrinelli, a una consapevolezza sociale e politica).
Queste grafiche puntano a staccare i vari elementi e a isolarli, conferendo importanza e centralità a ogni parola presente in copertina e un forte senso di modernità. La sintesi, continua Iacobelli, è una tendenza che la grafica ricerca ormai da un secolo, a partire dalla scuola di Weimar e da quella svizzera (a cui dobbiamo, tra l’altro, l’Helvetica, uno dei caratteribastonepiù usati in assoluto).
Rispetto alle copertine originali, la grafica del 2025 cerca ulteriore nitidezza e semplicità: I titoli sono più rotondi e meno slanciati, il corsivo è più sobrio; a confronto, la vecchia grafica era molto più confusionaria, con elementi sparsi ovunque sulla copertina. Nella fascia bianca dove un tempo era ospitato il nome del curatore, oggi c’è solo un rettangolo bianco. Se allora l’autore era indicato solo dal cognome, ora c’è anche il nome a portare più chiarezza.

Ci siamo quindi chiesti: Queste sono belle copertine?
La bellezza di un libro, negli anni ’50, si basava su elementi diversi perché l’occhio del lettore era diverso, continua Iacobelli. Oggi la grafica editoriale parla a lettori che, sempre più spesso, usano i social per consultare le proposte delle case editrici, per poi pubblicare a loro volta le foto delle proprie letture: è evidente che l’Universale Economica dei 70 anni, che ha come nucleo gli elementi grafici del passato, sia particolarmente versatile sotto questo punto di vista. Invece della pragmatica divisione per genere, i colori sono stati scelti per produrre un’indubbia armonia estetica: ti invoglia a collezionarne il più possibile per ricreare l’arcobaleno nella libreria di casa. Il costo ridotto di un tascabile permette all’editore di sfruttare ancora di più e meglio le moderne tecnologie per dare rilevanza a particolari caratteristiche, come le sfumature di colore sempre più precise.
«Per altri 70 anni di libri necessari» è lo slogan che la casa editrice ha accostato a questo nuovo progetto. Forse è proprio in questa semplicità che risiede l’eredità dello spirito sovversivo di Feltrinelli: se l’ultima moda dell’editoria è quella degli sprayed-edges (cioè le decorazioni sul taglio delle pagine), questa collana ci sbatte in faccia una semplicità travolgente, dando ancora più rilevanza al contenuto e al suo autore, o autrice. Evidentemente, questo è un progetto riuscito: come ha osservato Gino Iacobelli al termine della nostra chiacchierata, questa, come molte altre, è una delle «collane che resistono al tempo».