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La rivista come oggetto da collezione

frab's magazine

di Eleonora Boni, allieva del master “Il lavoro editoriale” 2025


Quella della rivista è una realtà fatta di carta e inchiostro che resiste al mondo della digitalizzazione e trasmette, pagina dopo pagina, emozioni e novità. In un’epoca in cui l’esigenza di immediatezza e istantaneità moltiplicano la quantità di contenuti a discapito della qualità, la rivista cartacea si impone come controtendenza. Sostenitrice della forza della parola scritta in grado di fermare un’immagine nel tempo, facendo scorrere tra le righe il pensiero libero degli autori.

Per avere uno sguardo più ravvicinato abbiamo intervistato Anna Frabotta, fondatrice di Frab’s Magazine, store dedicato alle riviste indipendenti. La sua passione per i magazine da collezione l’ha spinta a intraprendere una serie di iniziative di diffusione culturale, quali la creazione di Mag to Mag, festival europeo di riviste indipendenti, fino a insegnare presso l’Istituto Europeo di Design (IED) a Milano.

Come nasce Frab’s Magazine?                                                                                               

È un progetto che nasce da una mancanza: l’assenza di una vera e propria distribuzione di riviste in Italia. In passato acquistavo magazine soprattutto all’estero o attraverso gli store online e questo, oltre a raddoppiare i tempi di attesa, incrementava notevolmente i costi. Partendo da questa consapevolezza, mi sono chiesta se quel prodotto, di facile reperibilità nelle grandi capitali europee come Londra e Berlino, potesse trovare un suo mercato anche in Italia. Questo mi ha portata ad aprire, nel gennaio del 2019, un profilo instagram in cui, tutt’ora, parlo di magazine provenienti da tutto il mondo. In poco meno di due mesi, avevo già raggiunto duemila followers: un grande riscontro, ottenuto soprattutto attraverso il passaparola. Grazie a queste prime esperienze positive, ho creato un e-commerce e il sito di Frab’s Magazine. Ben presto ho avuto modo di constatare l’effettiva presenza in Italia di un pubblico di lettori interessato alla rivista cartacea. Basti pensare che all’inizio il catalogo era composto solo da trenta magazine, mentre oggi conta circa mille titoli. Col tempo sono state avviate alcune collaborazioni e le vendite sono incrementate, in particolar modo durante la pandemia, quando gli store online erano il principale canale di acquisto. Nel 2021 abbiamo aperto il primo punto vendita a Roma, a cui poi è seguito quello a Forlì e quello a Milano, inaugurato nel 2024. A Milano, soprattutto, l’interesse verso questo settore si è rivelato più marcato: tutto ciò che è legato all’ambiente creativo, dalla moda, al design, alla fotografia, utilizza il magazine come strumento di comunicazione e informazione.

Che tipologia di riviste trovano spazio all’interno del vostro catalogo?                                           

Teniamo tantissimo a questo aspetto. Svolgiamo una ricerca molto accurata prima di includere un magazine all’interno della nostra selezione, perché l’offerta è ampia e per ovvi motivi non siamo in grado di coprire tutto il mercato. Il criterio principale che guida la nostra scelta è la qualità, non solo dei contenuti, ma anche della fattura del prodotto: rilegatura, grafica, design editoriale, formato e soprattutto carta. Tutti questi aspetti incidono sul magazine perché rappresentano la parte sensoriale con la quale viene in contatto il lettore. Anticipano e preannunciano il contenuto interno. La rivista, in sé, deve essere un oggetto visivamente piacevole perché quella bellezza è ciò che la rende un pezzo collezionabile, di valore. Spesso è capitato di rifiutare i primi numeri di magazine nascenti, che presentavano una grafica ancora acerba, e integrarli, invece, in un secondo momento. Un altro punto fondamentale è la quantità di inserzioni pubblicitarie presenti. Personalmente non condivido l’opinione secondo la quale una rivista deve essere autosufficiente e non presentare pubblicità di nessun tipo. Portare avanti un progetto di tale entità è dispendioso e avere un supporto esterno agevola e apre diverse possibilità. Tuttavia, deve essere una presenza silenziosa che si sposi con la natura stessa del magazine. Vogue, ad esempio, presenta una struttura in cui il marchio è egemone. Frab’s Magazine, al contrario, predilige preziosità e unicità. Altro aspetto importante è la capacità della rivista di recepire i mutamenti sociali e sintetizzarli trasponendoli su carta. Essa è in continua evoluzione, al passo con la realtà e, come affermano tanti studiosi americani, è un modello predittivo. Riesce ad anticipare e intercettare i tempi e questo non vale solo per la moda, in cui viene dettato il colore o lo stile di tendenza, ma si applica a tutti gli ambiti. Questa caratteristica è facilmente analizzabile, poiché le riviste, pur presentando redazioni diverse non dialoganti tra loro, ogni anno sono attraversate da un filo rosso invisibile. Ad esempio, in questo momento la tematica più trattata è quella inerente al futuro: l’incertezza per il domani è talmente forte da permeare ogni aspetto della nostra vita. Due anni fa, invece, vi era un grande interesse per la spiritualità e sono stati pubblicati tantissimi articoli che parlavano di esoterismo, yoga e oroscopo.

Quale consiglio daresti a chi ha intenzione di fondare una rivista?                                             

La primissima cosa che mi sento di consigliare è di fare tanta ricerca. È necessario conoscere i competitor, comprendere cosa è stato già fatto, come è stato fatto e soprattutto ciò che si vuole comunicare. Altrettanto indispensabile è curare l’aspetto esteriore e questo presuppone una buona conoscenza dei materiali e dei diversi formati. Bisogna circondarsi di giusti collaboratori con i quali condividere gli stessi intenti e le medesime passioni. Di fatto, i magazine nascono proprio da urgenze espressive personali, dalla volontà di tradurre su carta un proprio interesse. Infine è fondamentale sapersi mettere in gioco e avere coscienza delle spese che ne potrebbero derivare. Ovviamente sono essenziali una sana curiosità e umiltà, che stimolino ad andare più a fondo non accontentandosi del primo risultato ottenuto. Cercare sempre di migliorare la tecnica e affinare lo sguardo è ciò che tiene viva una rivista.

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