Madama Bovary, di Gustave Flaubert (Mondadori)
La storia della signora Bovary, una povera adultera malata di sogni impossibili, che scende la scala della sua degradazione fino al suicidio, è, scriveva Garboli, solo in apparenza la storia di una vita mancata: dominata dalla fatalità, dotata di una cieca e meccanica articolazione, Emma Bovary è piuttosto il ritratto statico, marmoreo, della mancanza della vita.
Lettera di Lord Chandos, di Hugo von Hofmannsthal (Mimesis edizioni)
L’opera viene considerata il manifesto della crisi d’identità della parola agli inizi del XX secolo. Appare nel testo evidente l’influsso della cultura mittel-europea e della filosofia di Nietzsche in particolare.
Confessioni e diari, di Franz Kafka (I Meridiani Mondadori)
Una raccolta di materiale autobiografico, fondamentale per la comprensione del pensiero di Kafka, della sconvolgente profondità delle sue intuizioni narrative, delle lacerazioni del suo spirito, che indaga con audacia tagliente i motivi della colpa e della condanna.
Pacific Palisades, di Dario Voltolini (Einaudi)
Dario Voltolini – una delle penne piú originali e fieramente isolate della letteratura italiana – ha scelto la forma del racconto in versi per compiere insieme a chi legge un viaggio intimo e universale nel tempo e tra le parole. «Con l’onda arriva tutto e ciò che la muove o è un trauma o è un amore (vai a distinguere tra le tante cose)».
Ipotesi di una sconfitta, di Giorgio Falco (Einaudi Stile Libero)
Lo sgretolamento di un Paese incarnato nel corpo e nella vita di un uomo. Inserendosi in una grande tradizione letteraria che va da Volponi a Ottieri a Bianciardi, Giorgio Falco scrive un magnifico romanzo sul lavoro, che da narrazione epica diventa cronaca del fallimento.