Ci sono strutture narrative articolate, trame e sottotrame. Ci sono movimenti lunghi e complessi, architetture che, scrivendo, ciascuno di noi si troverà a dover considerare e mettere a punto. Ma ci sono anche, in ogni storia, piccole tessere, piccole immagini e movimenti. Il grande – pensiamo a un romanzo – è un insieme di quelle tessere, un insieme di scene, e, prima ancora, di frasi.
Perché non provare, perciò, a guardare da quella parte, dimenticando, per un momento, i passi più lunghi? Cosa può fare davvero una frase? Cosa può fare una singola scena? O ancora: un racconto breve è breve sul serio? Un haiku è davvero “soltanto” i suoi tre versi?
Un corso per chi ama architettare le proprie storie ma vuole tornare a riflettere su ciò che le compone – non tutto il palazzo ma ogni singola camera – e per chiunque ami procedere un po’ a tentoni, senza un disegno preciso, perché non dimentichi che costruire una scena, o una frase, è già scrivere un mondo.
Prima lezione: Brevità
La vecchia ma potentissima storia dell’iceberg: in ciò che è, o che sembra, breve è al lavoro la profondità.
Seconda lezione: Immaginare
Per scoprire la forza di cui può essere dotata ogni singola immagine.
Terza lezione: La frase
Non è solo questione di stile, di voce: cosa succede, quando scriviamo una frase? Su cosa stiamo lavorando, in realtà, e come arriverà quella frase ai nostri lettori?
Quarta lezione: La scena
Cosa significa costruire una scena, e cosa può fare sul serio una scena?
Quindi, per riepilogare:
Cosa: | Camere. La scrittura e il dettaglio |
Quando: | 9, 16, 23, 30 ottobre 2024 il mercoledì, ore 18-20.30 |
Dove: | online |
Quanto: | 290 euro |
Con chi: | Elena Varvello |