Sul piano della forma, si tratta di individuare o affinare una voce individuale, di scoprire quale genere sia più adatto al materiale tra il memoir puro, il reportage narrativo e le diverse forme ibride che ci viene permesso usare quando scriviamo (buon ultimo, per l’Italia, il nonfiction novel).
Durante tutte e quattro le lezioni – ciascuna della durata di due ore e mezza – sono previste sessioni di scrittura, letture ed esercitazioni pratiche.
- 1. Di cosa stiamo parlando?
- 2. Per chi lo stai scrivendo?
- 3. Stai sempre parlando di te stesso, vero?
- 4. Lo stai raccontando sbagliato
5 novembre 2019 (dalle 18.30 alle 21.00)
Come si dà una struttura o un filo logico alla storia personale, che per sua stessa natura può dimostrarsi spesso sfuggente, non lineare, piena di buchi (la memoria riscrive, gli archivi prendono fuoco) oppure troppo complessa per il racconto vecchio stile? Partiamo da un punto d’ingresso. Un episodio isolato, un giorno nell’arco di un anno, un incontro, un dettaglio, una conversazione, un ricordo. Scegliamone uno, e valutiamo dove può portarci.
(Annie Ernaux, L’occupation, in uscita presso L’orma; Susanna Kaysen, La ragazza interrotta, TEA)
12 novembre 2019 (dalle 18.30 alle 21.00)
Mettiamo a fuoco l’intenzione per avere una luce accesa in caso dovessimo perderci o avere troppi dubbi lungo la strada. Un episodio personale va raccontato per forza in presa diretta e senza i filtri offerti dalla riscrittura, oppure si presta a diventare il primo spunto messo al servizio di una storia che andrà in tutt’altra direzione? Come possiamo distinguere tra i due, se “l’istinto” non è una risposta accettabile? Vogliamo parlare a tutti o vogliamo dire la verità?
(Junot Diaz, “The Silence”, New Yorker; Junot Diaz, “Guida all’amore per infedeli”, racconto contenuto in “E’ così che la perdi”, Mondadori)
19 novembre 2019 (dalle 18.30 alle 21.00)
La forma breve è un ottimo banco di prova per un narratore; che succede quando lo stesso narratore scrive reportage in apparenza oggettivi e impersonali, racconti di vita familiare, esperienze estreme in prima persona? Il metodo di lavoro cambia mai o viene solo un po’ riaggiustato sulla base dell’argomento, o del contesto in cui il lavoro diventa pubblico? A che punto è necessario tirare una linea e dire “c’è troppo io qui dentro”?
(Joan Didion, diversi testi contenuti in The White Album)
26 novembre 2019 (dalle 18.30 alle 21.00)
Senza la voce non siamo niente, ma insegnarla è impossibile. Andiamoci il più vicino possibile. È l’unico aspetto della scrittura personale su cui nessuno deve mai avere l’ultima parola a parte l’autore; la si trova quando si raggiunge un equilibrio tra il cosa (la storia raccontata) e il modo (lo stile, il ritmo, le immagini e il punto di vista scelti per guidare il racconto).
Quindi, per riepilogare:
Cosa: | Non fiction |
Quando: | novembre 2019 il martedì ore 18.30 / 21.00 |
Dove: | OPEN MORE THAN BOOKS Viale Monte Nero, 6, 20135 Milano MI |
Quanto: | 250 euro |
Con chi: | Violetta Bellocchio |