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5 consigli di lettura – di Giordano Meacci

CONSIGLI DI LETTURA

Sotto il vulcano, di Malcolm Lowry (Feltrinelli)

**Se volete conoscere Geoffrey Firmin e la sua struggente disperazione all’ombra abissale del Popocatépetl. Se volete, da sùbito: già dalle prime due pagine, capire *più o meno* qual è il punto di vista di Dio quando ci guarda dall’alto alcolico della sua eterna *mancanza*. Se vi va di leggere dell’amore spezzato e irrimediabile tra il Console e Yvonne. Se, soprattutto, capite *nonostante me* che un lettore innamorato non può fare a meno di Malcolm Lowry.

Cent’anni di solitudine, di Gabriel García Márquez (Oscar Mondadori)

**Tutte le volte che il colonnello Aureliano Buendía si ricorda di quel pomeriggio remoto in cui suo padre lo porta a conoscere il ghiaccio, davanti al plotone d’esecuzione, l’intero pianeta si ferma per un istante; chi legge per la prima volta – chi rilegge per l’*ennesima* – riprende fiato, espira, la vecchia Terra ricomincia a muoversi: e perde nel ricordo quell’istante sospeso in cui la magia è cominciata, *tutte le volte*, fino alla prossima rilettura. Ed è solo l’inizio.

La caduta dei golden, di Salman Rushdie (Mondadori)

**Leggete tutto quello che Salman Rushdie ha scritto, se potete. Partite magari dall’ultimo romanzo. E poi andate a cercare *I figli della mezzanotte*, *L’ultimo sospiro del Moro, La Terra sotto i suoi piedi*, *La vergogna*, *Shalimar il clown*, *I versi satanici*. Tutto quello che ha scritto. Anche i romanzi e i saggi e i racconti che non sono elencati qui, adesso (volutamente: per lasciarvi il gusto di scoprire i titoli che, magari, ancora non conoscete).

La rive delle sirti, di Julien Gracq (L’orma editore)

**Un libro che si fonda sull’inganno ipotattico di una sintassi che *rincorre sé stessa* e intanto *si sostiene*. Una guerra che dura da trecento anni e
si dimentica di sé. Le acque morte del tempo che stagnano raccontandosi. E intanto, mentre Aldo e Vanessa si cercano in un paesaggio di rovine *ancora
abitate*, l’*attesa* oscura e irredimibile di una fine che non spera più di arrivare. (E anche, infine, la voce ritrovata di uno dei creatori *sghembi* della letteratura che viviamo *ora*).

Dimmi come va a finire, di Valeria Luiselli (la Nuova Frontiera)

**Un libro disperato, fondamentale, necessario, perturbante che ci fa vergognare, indignare, disperare, *capire* molto del mondo che viviamo: lasciandoci per questo senza alibi. Mostrandoci che la tragedia quotidiana di chi si sposta, a qualsiasi età, da una terra all’altra, ci riguarda e non ci dà scampo. Una scrittura magnifica; che ci regala, tra le altre, *la*domanda.

**motivazioni di Giordano Meacci.

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