I consigli di lettura dedicati alla narrativa, a cura degli allievi del master Il lavoro editoriale 2021
Mancano pochi giorni alla fine delle lezioni della tredicesima edizione del master «Il lavoro editoriale». Dopo mesi trascorsi a ragionare e confrontarsi sul mondo dell’editoria e la nascita di quei meravigliosi oggetti che sono i libri, la classe del master ha pensato di salutarvi con alcuni articoli a base di consigli di lettura per la vostra estate. Insieme abbiamo immaginato dei veri e propri capannoni letterari pronti ad accogliere lettori curiosi. L’idea nasce dal titolo dell’ultimo libro di Deb Olin Unferth Capannone n. 8 (Sur 2021), ma anche dai capannoni delle fiere editoriali di cui tanto abbiamo sentito la mancanza nell’ultimo anno. In questo capannone, dedicato alla narrativa, troverete quattro casalinghe di Tokyo intente a discutere con una vegetariana su un’annosa questione: la frisella va bagnata sì o no? Sarà Francesco Muzzopappa a svelare il mistero, mentre più in là Tara Westover prova a rimettere in riga gli affamati Antonio e Paolo, e Flavia de Luce cerca di scoprire quali saranno i titoli nascosti nei prossimi capannoni.
Non possiamo svelarvi molto, ma state certi che abbiamo pensato proprio a tutti: amanti della poesia, appassionati di fumetti e graphic novel, ma anche giovani e piccini.
Vi aspettiamo, quindi, con altri magnifici titoli. A presto e buone letture!
Eleonora Capparella consiglia I misteri di Flavia de Luce di Alan Bradley (Sellerio Editore, 2009): «Se siete amanti del giallo e delle atmosfere passate, se adorate la campagna inglese e i manieri decadenti, allora non potete perdervi questa serie in sei volumi, il primo dei quali è valso all’autore il Debut Dagger Award. Siamo nell’Inghilterra del 1950 a Buckshaw, la residenza della famiglia de Luce: Flavia è un’undicenne dotata di una buona dose di sfacciataggine e di una straordinaria conoscenza della chimica, sviluppata da autodidatta grazie all’attrezzatura che uno dei suoi avi ha lasciato all’interno della magione. È così che Flavia riuscirà a risolvere casi sempre più complessi, sia nel maniero stesso che nella piccola Bishop’s Lacey, località di invenzione che, come in ogni giallo che si rispetti, nasconde molta polvere sotto la patina della tranquilla cittadina di campagna. Ma, indagando, Flavia sarà anche costretta ad affrontare segreti che mineranno le fondamenta di tutto il suo mondo».
Claudia Caldarola consiglia Le quattro casalinghe di Tokyo di Natsuo Kirino (Neri Pozza 2003): «In una Tokyo inedita, fatta di emarginazione, povertà e sfruttamento, l’astuta Masako, la dolce e remissiva Yaoyoi, l’anziana Yoshie, e Kuniko, oberata dai debiti, diventano amiche durante le notti passate a confezionare cibi precotti in una fabbrica di periferia. Questa vita alienante viene bruscamente interrotta quando Yaoyoi, in un impeto di disperazione, uccide il marito violento, chiedendo poi aiuto alle amiche per sbarazzarsi del corpo: l’incursione delle quattro nel sottobosco della malavita metropolitana si rivelerà però tutt’altro che momentanea, e cambierà drasticamente il modo in cui queste donne concepiscono sé stesse e il proprio posto nel mondo. Con la freddezza e il distacco di un chirurgo, l’autrice scava nelle ferite aperte del Giappone contemporaneo, restituendoci il ritratto impietoso di una società nella quale il crimine e la violenza sono insieme mali ineluttabili e strumenti di rivalsa ed emancipazione. La regina del noir giapponese, così definita dalla critica nostrana, costruisce un thriller ad alta tensione che coniuga intrattenimento e critica sociale, che esplora le potenzialità del romanzo di genere elevandolo a letteratura: per chi, come Umberto Saba, sa bene che il vero colpevole, in un giallo, è il lettore».
Manuela Altruda consiglia L’educazione di Tara Westover (Feltrinelli, 2018): «L’Educazione è un memoir e la sua protagonista l’autrice stessa. Tara Westover è cresciuta nell’Idaho fra gli anni Ottanta e i Duemila, in una famiglia di mormoni oltranzisti, impegnati in una lotta secolare contro lo Stato, nell’attesa della fine del mondo. Tara e i suoi fratelli non sono stati registrati all’anagrafe, non frequentano la scuola, e pertanto non sanno cosa sia l’Olocausto o l’11 settembre. La loro è un’esistenza fatta di violenza fisica e psicologica, vissuta all’ombra di un padre tanto folle quanto pericoloso. Con una scrittura asciutta e tesa, l’autrice riporta tra queste pagine l’esperienza surreale di una vita non vissuta e della relativa lotta per uscirne. Questa è una storia necessaria, un inno all’educazione e al potere salvifico della cultura».
Mariangela Compasso consiglia Un uomo a pezzi di Francesco Muzzopappa (Fazi, 2020): «Vi siete mai chiesti cosa succede in una famiglia del Sud Italia durante la preparazione della salsa di pomodoro? E con quali parole un padre insegna al proprio figlio la tecnica per bagnare la frisella? O quando dopo il trasferimento al Nord si scopre che una spuntatina ai capelli costa quanto una cena al ristorante? Francesco Muzzopappa ci porta in giro tra Ginosa Marina e Milano, tra feste di paese e monolocali, tra l’odore del basilico e quello della bigiotteria di via Paolo Sarpi. Spassoso, irriverente, esilarante, Un uomo a pezzi sa cogliere con maestria le sfumature dell’animo umano e della diversità, riesce a far diventare un “luogo comune” il pretesto intelligente per ridere di gusto. Poteva mancare l’amore? Naturalmente no! Ci penserà Carmen a traghettare Francesco tra le braccia di Cupido, attraverso cibi macrobiotici e saponi a PH neutro. Leggete questo libro e scoprirete cosa vuol dire scrivere in modo geniale».
Bianca Martino consiglia Sedici parole di Nava Ebrahimi (Keller, 2021): «Tutti iniziamo la ricerca di noi stessi con un viaggio, poco importa se fisico o metaforico e allora perché non farlo tramite un libro? Per chi è alla ricerca della sua di parola l’esordio di Neva Ebrahimi è il libro giusto. Un romanzo autobiografico, ambientato tra la Germania, paese d’arrivo, e l’Iran, paese d’origine, raccontato da Mona, la protagonista. Un viaggio fisico, ma anche olfattivo, visivo e soprattutto introspettivo nel passato di una vita che sembrava ormai dimenticata e distante, ma che pagina dopo pagina, riaffiora e si fa sempre più presente e importante. Con la sua scrittura evocativa l’autrice ci trascina dentro le tradizioni di una cultura lontana, ci narra di personalità forti, come la nonna di Mona o di luoghi segreti come la città di Bam. Nava Ebrahimi, con la sua opera, offre al lettore la possibilità di cambiare il proprio destino, di riscriverlo, di ribellarsi, di sentirsi a metà, diviso in una duplice identità, che non deve per forza diventare unica».
Marika Lauria consiglia Con in bocca il sapore del mondo di Fabio Stassi (Minimum Fax, 2018): «Fabio Stassi propone un gioco al lettore: il recupero della memoria, lettere dall’aldilà. Alcuni dei grandi poeti italiani si raccontano, scherzando, passando in rassegna la propria vita, specialmente gli eventi più particolari o degni di nota e di essere raccontati. Cimentatevi nel gioco che vi offre l’autore, cercate di indovinare ogni poeta da quei pochi elementi che vi vengono dati. Giocate a ricordare».
Martina Dettori consiglia Gli Affamati di Mattia Insolia (Ponte alle Grazie, 2020): «Antonio e Paolo, i protagonisti di questo romanzo, sono due giovani fratelli ai quali la vita ha insegnato sin da subito cosa vuol dire nascere sfortunati. Si sono ritrovati da soli, a dover sopravvivere in un paese di un Sud Italia che soffoca, che non permette vie di fuga. Una storia di rabbia, di solitudine, in cui sembra che il riscatto non possa mai avvenire veramente. Per chi ama le storie forti, per chi vorrebbe fuggire ma si trova incatenato dalle vicissitudini della vita».
Alberto Scalia consiglia Eva dalle sue rovine di Ananda Devi (Utopia Editore, 2021): «In una canzone del ‘65, Fabrizio De André chiedeva di non giudicare le vittime della società con il metro della legalità e della mentalità borghese, ma di provare per queste un forte senso di pietà e di comprensione. In Eva dalle sue rovine, romanzo di formazione sociale, l’autrice sceglie di seguire questa strada. La storia è incentrata sulla diciassettenne Eva, anzi, sul corpo di Eva, ma anche su quello del posto in cui vive, Troumaron, quartiere di Port Louis (Mauritius), dove, conducendo un’adolescenza logora, si prostituisce. La narrazione, sotto forma di monologo, affiancata da un coro, è affidata a lei e ad altri tre giovani protagonisti: Sad, innamorato di Eva, Savita, amica di quest’ultima e Clélio, un ragazzo ribelle e collerico. Attraverso personaggi intrisi di angoscia, frustrazione e, soprattutto, di risentimento, Ananda Devi analizza ampiamente il mondo interiore nelle sue incrinature più marcate e profonde, pur mantenendo una fredda lucidità, riuscendo a costruire un universo psicologico denso e ben approfondito, carico di violenze e di colpe, di un fatalismo che ricorda la tragedia greca».
Margherita Gambaro consiglia Caos Calmo di Sandro Veronesi (Bompiani, 2005): «Premio Strega 2006, Caos calmo è un romanzo delicato e schietto che restituisce le complessità della vita e dei sentimenti umani, anche quelli scomodi e più privati. Attraversando rapporti d’amore, paure e speranze, tramite una lingua letteraria ma familiare, Veronesi ci muove in una vicenda personalissima e assieme collettiva, di un uomo solo, costretto a fare i conti con i suoi giorni e le sue perdite, e di tutti quelli che la vita ogni tanto spiazza. Dopo aver letto queste meravigliose pagine, il lettore potrà incontrare ancora il protagonista Paolo Paladini, interpretato da Nanni Moretti, grazie alla pellicola diretta da Antonello Grimaldi. Una trasposizione cinematografica degna del libro che, non a caso, è stata finalista al Festival di Berlino nel 2008».
Alberto Paolo Palumbo consiglia La vegetariana di Han Kang (Adelphi, 2016): «Corea del Sud, una donna, i suoi “sogni di sangue e carne” e la sua trasformazione in vegetale: questi sono gli ingredienti de La vegetariana, romanzo della sudcoreana Han Kang che le valse l’International Man Booker Prize nel 2015. Un romanzo che con una scrittura cristallina e chirurgica ci racconta la storia drammatica di ribellione della protagonista Yeong-hye contro un sistema conservatore e patriarcale attraverso la metafora del vegetarianesimo. Consigliato a chi ha adorato La donna da mangiare di Margaret Atwood e Le assaggiatrici di Rosella Postorino».
Elena Liuzzi consiglia La settimana bianca di Emmanuel Carrère (Adelphi, 2014): «Per la prima volta in gita scolastica lontano dai genitori, Nicholas si trova costretto a trascorrere con la propria classe una settimana in uno chalet di montagna. In mezzo agli allegri e spigliati compagni, tuttavia, si distingue subito: a differenza loro, infatti, è taciturno, ombroso, tormentato. Scopriamo presto perché: il bambino, di nascosto da genitori e insegnanti, legge un libro dall’evocativo titolo di Storie spaventose, e proprio da queste si lascia ossessionare. Gli incubi che popolano le notti di Nicholas, però, finiscono per travalicare i confini del sogno e giungono a corrompere, in un delirio lucido, anche le ore di veglia. Nella cornice oppressiva di uno chalet in mezzo a un candido e ovattato nulla, le risate degli altri bambini si trasfigurano presto nello stridente e inquietante eco di un qualche evento spaventoso ancora fuori dal campo visivo, ma di cui già si percepisce l’ineluttabile incombere. Con il suo stile netto e tagliente Carrère intesse una trama che si dipana lenta ma inesorabile, in una spirale di orrori immaginati che si fanno presagio dell’unico orrore reale, quello che alla fine travolgerà come una valanga la vita dell’indifeso protagonista».
Serena Savatonio consiglia Mio fratello rincorre i dinosauri di Giacomo Mazzariol (Einaudi, 2016): «Ci sono libri che abbiamo bisogno di leggere, e Mio fratello rincorre i dinosauri è uno di quelli. Ho sempre diffidato dei racconti autobiografici, ma qui non siamo di fronte ad un “semplice” romanzo familiare. È la storia coraggiosa di un ragazzo, Giacomo, e del suo amore per il fratello Giovanni affetto da sindrome di Down, e delle mancanze di cui egli stesso ha sofferto nel corso della vita. L’ammirazione e la dolcezza che il lettore, alla fine, prova nei confronti di Gio non sono solo conseguenza delle parole amorevoli del fratello maggiore, ma derivano dalla sua esuberanza e dalla sua allegria: il lettore si innamora di Gio semplicemente per quello che è. Un legame creato da uno scrittore ma senza, passatemi il termine, un “intermediario emotivo”. Una storia semplice, non edulcorata, ma che conserva la delicatezza nel raccontare. Un libro educativo e disarmante, che riesce a capovolgere la concezione di più vite, quella di Giacomo stesso e quella del lettore. Un libro senza tempo, illuminante sia per i più piccoli che per i più grandi, perché non è mai troppo tardi per imparare l’amore e la tolleranza, soprattutto se a insegnare sono persone speciali dall’animo puro. Da questo romanzo il film del 2019 per la regia di Stefano Cipani, con Alessandro Gassman e Isabella Ragonese».