«Basta guardare», scriveva Goffredo Parise sintetizzando in due parole qual è il presupposto di ogni narrazione: il proprio sguardo che si apre, si allunga, vede e inventa, intuisce, decide, si inoltra, si muove piano oppure rapido: genera il mondo, fa nascere una storia.
Ma guardare – dunque frequentare assiduamente, persino spietatamente, il proprio sguardo – non è semplice. Ed è bello quando nel corso del tempo, a forza di guardare – leggere un libro, assistere a uno spettacolo teatrale, guardare un film, una serie tv, contemplare un dipinto, un paesaggio, osservare il gioco delle ombre su una parete, il vortice lento e leggero della luce, il volto della persona amata, presente o perduto – ci rendiamo conto che il nostro sguardo non è solo un fatto, un’esperienza, il mezzo tramite il quale entriamo in contatto con il mondo, ma qualcosa che non limitandosi a constatare ciò che c’è, la cosiddetta evidenza, si fa invece sempre creatore attivo di quello che ci sta davanti, un vero e proprio ordigno inventore di visioni.
Storie dello sguardo è un percorso a tappe che si concentra su quello che fa il nostro sguardo: su come funziona in generale, ma soprattutto su come le narrazioni – letterarie, teatrali, pittoriche, cinematografiche, televisive – lo mettono in scena.
Partendo dagli occhi dei primi cacciatori che seguono nella foresta la pista degli animali, passando per lo sguardo caparbiamente deduttivo di Sherlock Holmes per il quale il mondo è un sistema di segni sempre disponibile alla lettura (basta sapere come fare), andando poi a guardare come gli espressionisti francesi hanno osservato lo spazio, così contribuendo a modificarne premesse e scopi, e passando per le scritture di autori diversi – da Henry James a James Joyce, da Shirley Jackson a Witold Gombrowicz, da Alfred Hitchcock a John Berger a Roland Barthes – andremo a esplorare il perimetro e la profondità degli sguardi narrativi, domandandoci non semplicemente che cosa guardano ma come guardano, e dunque in che modo il come inventa il che cosa.
Lo scopo ultimo di questo percorso sarà quello di creare le condizioni affinché ognuno di noi possa provare a dedurre e intuire come funziona il suo, di sguardo, quali peculiarità hanno le sue diottrie: come prendiamo atto del mondo, come ne escogitiamo il senso: in che modo, guardando e raccontando, contribuiamo a ripensare le forme dell’umano.
Questo corso, acquistabile anche singolarmente, fa parte del percorso Scrivere tutto l’anno.
Quindi, per riepilogare:
Cosa: | Storie dello sguardo |
Quando: | 3-10-17-24 aprile 2025 ore 18-21 |
Dove: | online |
Quanto: | 300 euro |
Con chi: | Giorgio Vasta |