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A proposito del mondo che sta dietro ai libri e del modo in cui si decide di entrarne a far parte – il circolo dei corsisti anonimi

Leonardo Ducros – autore di questo articolo – è un allievo del master «Il lavoro editoriale» edizione 2017.

Tutto inizia con un manoscritto, un testo spedito virtualmente o fisicamente da un aspirante scrittore, o da un agente letterario, alla casa editrice. Qui si unisce ai suoi simili in una pila di non libri in attesa di essere letti e valutati; passa qualche mese, forse un anno, ma prima o poi arriva il suo momento: il manoscritto viene letto e, come succede nello 0,001% dei casi, conquista l’editor. A questo punto è il direttore editoriale (o direttamente l’editore, che spesso è la stessa persona), a decidere se il testo verrà pubblicato o no, basandosi prima di tutto sul racconto che ne farà l’editor nel brevissimo tempo che gli sarà concesso. In questo caso, la narrazione è convincente: il manoscritto diventerà un libro.

Il titolo viene inserito nel piano editoriale dell’anno prossimo o di quello ancora dopo, e inizia la fase di editing: editor e autore leggono il manoscritto, lo ridiscutono, lo leggono di nuovo, l’editor propone modifiche, l’autore ne accetta qualcuna e ne rifiuta altre, rileggono tutto un’altra volta, aggiungono e tagliano delle scene, poi rileggono, ancora. Intanto si inizia a dialogare con il grafico, quasi sempre esterno alla casa editrice, che sulla base di una o più conversazioni con l’editor propone diverse copertine finché una di queste non viene approvata.

Circa quattro mesi prima dell’uscita del libro, il direttore commerciale incontra la rete di promozione per parlare di tutti i titoli che verranno pubblicati in quel periodo. Ha con sé il copertinario, un file composto da varie schede che presentano i libri esponendone trama e punti di forza. I promotori ricevono questo file e lo useranno a loro volta per convincere i librai a prenotare il maggior numero possibile di copie delle novità in uscita. Nel frattempo la redazione sta preparando il libro: il testo viene impaginato, poi si fa un primo giro di correzione di bozze per eliminare i refusi; le correzioni vengono applicate al testo e poi si ricontrolla tutto, perché nel modificare il file potrebbero essere stati fatti altri errori.

A due mesi dalla pubblicazione il direttore commerciale ha il numero delle prenotazioni ricevute dalle librerie e su questa base può valutare quante copie stampare. In quest’ultimo periodo l’ufficio stampa organizza il lancio del libro contattando in anticipo giornalisti e critici letterari che scrivono su testate cartacee o online, cercando di ottenere interviste in radio o televisione e organizzando presentazioni e altri eventi legati alla promozione del libro.

Quando è pronto per essere stampato, il file viene mandato in tipografia, da cui viene inviata una copia di prova alla casa editrice: è l’ultima occasione per accorgersi di eventuali refusi. Alla fine di questa revisione la tipografia riceve il visto si stampi e finalmente il libro inizia a esistere fisicamente. Le copie arrivano al magazzino della distribuzione due settimane prima del lancio, per poi essere trasportate nelle librerie che le hanno prenotate.

Alcune copie arrivano anche alla libreria che frequenti di più, quella in cui lavora un libraio che conosce te e i tuoi gusti, e che per questo è il tuo libraio. Infatti è lui a consigliarti il libro. Magari non lo compri subito, aspetti una o due settimane, ma alla fine lo prendi, perché sai che il tuo libraio lo capisce, se un libro ti piacerà o no.

Tutto quello che è successo al manoscritto, da quando è stato spedito a una casa editrice fino a oggi, era teso a questo momento, e tu svolgi inconsapevole il tuo ruolo dando senso a dei lavori di cui ignori o ipotizzi solo vagamente l’esistenza: tutte le riletture, le correzioni di bozze, le riunioni in casa editrice, le ore di impaginazione, tutte le volte che il libro è stato raccontato a un editore, a un grafico, a un promotore, a un giornalista o a un libraio, tutto questo rumore è stato fatto perché tu potessi leggere nel silenzio di camera tua.

Quando finisci il libro lo metti su uno scaffale, insieme agli altri, e non è tanto l’ultimo che hai letto quanto il vederli tutti insieme che ti fa ragionare sul fatto che sono anche questi oggetti ad appassionarti e non solo la lettura, e che sì, c’è una differenza fra le due cose, perché una volta ti accontentavi di leggere in una stanza silenziosa, ma da ora, per quanto i libri siano ancora la tua leva e il tuo scopo, da ora hai bisogno di ascoltare il rumore che li ha creati.

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