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I CorsistiAnonimi di «Scrivere un libro». Un racconto di Luca Maiolino

Il grande drago verde

Siamo contenti di ospitare sul nostro blog racconti, o estratti, dei corsisti di «Scrivere un libro», il corso di scrittura di secondo livello a cura di Carola Susani e Francesco Pacifico. 

Il grande drago verde

 di Luca Maiolino

La signora Siriani sollevò la testa dalla rivista con un sospetto. Il sospetto, che era sottile e appena percepibile, aveva il gusto acre di un limone appena spremuto e si nascondeva dietro l’odore di salsedine e della plastica dei palloni che rimbalzavano sulla sabbia. I palloni sbucavano fuori a centinaia e quando volavano per aria tutti assieme sembravano poter ricoprire il cielo intero. Ma non succedeva mai; rimanevano sempre delle larghe toppe azzurre, dalle quali filtravano i raggi del sole.
Nell’alzarsi, la signora Siriani cercò di mantenere un certo contegno: distese lentamente le ginocchia e si avviò verso la riva. Tanto non c’è fretta, pensò, lo faccio giusto per dare una controllatina, è tutto ok. La sabbia friggeva e la spiaggia era come una padella. Lasciò una serpentina di impronte sulla sabbia che la seguirono fino al bagnasciuga. Annegò i piedi nell’acqua. Con estrema calma, salì su una cunetta e ispezionò con lo sguardo l’intero lido. Poi passò al mare e alle onde, standosene sempre ferma in quella sua posizione strategica.

Quando il signor Siriani sentì le urla della moglie, capì subito quello che stava succedendo: ecco qui, si disse, un’altra crisi d’ansia bella e buona, e si lanciò verso la riva pronto a soccorrerla. Ma appena fu abbastanza vicino da poterle vedere bene il viso, rallentò. La signora era come una colonna di marmo bianco fissata nella sabbia, fatta eccezione per un braccio che teneva puntato fisso a indicare un puntino verde in mezzo al mare.
“Il drago verde è lì”, disse la signora, “Galleggia sull’acqua. Ma Monica non c’è”.
Il Signor Siriani si tuffò senza riflettere e nuotò fino al drago, e tornò indietro. Riportò alla moglie la ciambella della figlia, che aveva la testa di un drago verde attaccata sul davanti, ma la figlia dentro non c’era.
“Sta’ calma”, le disse, “Probabilmente sta costruendo un castello da qualche parte e si è persa la ciambella. Adesso la troviamo subito”.
Ma appena pronunciò quelle parole si rese conto che non era vero niente, e scoprì di essere già entrato in un film nel quale non poteva far altro che guardare i propri gesti, si vide mentre gridava il nome della figlia, e vide la moglie, e vide una gran folla che si era unita a loro, folla che, a parer suo, non capiva bene il perché. Cercava di tenere d’occhio soprattutto la moglie. La vedeva stringere forte a sé la ciambella, mentre strillava, e pensava a cosa lei stesse pensando, e arrivò alla conclusione che il suo pensiero principale dovesse essere che genitori terribili siamo stati a lasciarla tutta sola con questo orribile drago.
Anche a lui non andava tanto a genio, questa storia del drago. Si disse che magari sarebbe stato più opportuno comprarle una ciambella con la testa di orsetto o di tartaruga, e intanto si sforzava di rientrare dentro il corpo. Vide la folla spostarsi verso il bagnasciuga, e poi riempire il mare, e solo allora lui rientrò nel corpo e si ritrovò accanto alla moglie, e ne fu felice. Poi alzò lo sguardo e fu infelice di nuovo.
La moglie lo vide immobile a fissare un punto lontano in mezzo al blu e all’inizio ebbe paura di guardare, poi si voltò anche lei. Il resto della folla scavava istericamente nell’acqua, sbracciando e urlando come se fosse stata attaccata da uno sciame di api inferocite, mentre i signori Siriani se ne stavano impalati, fermi, con le ginocchia immerse nell’acqua calda e lo sguardo fisso su un punto lontanissimo. Rimasero in questa posizione per parecchio ancora.
E così capirono come stavano le cose.

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