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Intervista a Tito Faraci

Foto di Tito Faraci

«Sarà un corso molto pratico. Non ho alcuna paura di rivelare i miei segreti del mestiere».

Abbiamo fatto una chiacchierata con i docenti dei corsi di scrittura e di editoria per scoprire qualcosa di più sui loro mestieri, le abitudini e i maestri che li hanno ispirati. E per sapere da loro perché frequentare un corso può essere davvero utile. 

Come ti prepari alla stesura di un fumetto? Hai dei rituali, delle abitudini? Dove trovi ispirazione per le tue storie? 

Ho ritmi di lavoro molto regolari, anche se non biasimo chi non li ha. Mi capita di lavorare ovunque, a qualunque ora, ma preferisco cominciare la mattina, nel mio studio. Riflettere su quello che ho fatto ieri, prima di iniziare il lavoro di oggi. L’ispirazione? Be’, pensare alla rata del mutuo aiuta… Cosa che dico con ironia e, insieme, serietà. Quando dico “scrivo fumetti per vivere” mi sento orgoglioso e felice di stabilire questo rapporto di intimità, di necessità, con la scrittura stessa. Il fumetto consente di vivere di scrittura, e questa è un’ottima cosa.

Da qualche anno dirigi la collana “Comics” per Feltrinelli, è un’esperienza che ti permette di avere un punto di vista diverso sui fumetti? Il corso può essere un’occasione per scoprire nuovi talenti? 

Me lo auguro fortemente. Punto molto sui giovani e anche sugli esordienti. Lo sto dimostrando.

Che consiglio daresti a chi vuole iniziare a scrivere un fumetto?  

Leggere molti fumetti, analizzarli. Chiedersi in che modo, chi li ha pensati e progettati, è arrivato a quel risultato. E poi è importante rendersi conto che questo tipo di scrittura, di sceneggiatura, richiede una tecnica molto precisa. Una conoscenza puntuale dei codici.

Quando hai pubblicato il primo libro? È stato difficile? 

Mi sembra di scrivere e, quindi, pubblicare fumetti da sempre. Ci sono arrivato con una certa facilità, che oggi a ripensarci mi stupisce. Ciò non toglie, lo dico onestamente, che scrivere fumetti non sia un gioco da ragazzi, anche quando scrivi per ragazzi.

Che cosa insegnano i fumetti che i romanzi non insegnano? 

A narrare per immagini, partendo da esse. È l’apoteosi del “Show, don’t tell”.

Perché pensi sia utile frequentare un corso di scrittura? E perché un corso come il tuo?

Credo che i ferri del lavoro di uno sceneggiatore di fumetti siano utili per scrivere qualunque tipo di sceneggiatura e, in fondo, di storia. Sarà un corso molto pratico. Non ho alcuna paura di rivelare i miei “segreti” del mestiere. 

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